Pi-greco
Pi greco viene definito come il rapporto tra la circonferenza ed il diametro di un cerchio qualsiasi.
In altre parole, se si misura la circonferenza, e poisi divide per il diametro del cerchio si ottiene il numero π
È approssimativamente uguale a:
3.14159265358979323846 ...
Nella storia
Il numero π è uno dei numeri "più famosi" della matematica. Abbiamo già detto che rappresenta il rapporto tra la lunghezza C di una circonferenza e la lunghezza d del suo diametro,indipendentemente da quale circonferenza si consideri: π=C/d
Pi è noto da quasi 4000 anni
Intorno al 2000 a.C. i Babilonesi approssimano π con 25/8=3,125
Egiziani: (ca.1650 a.C.) Il papiro di Rhind contiene anche nozioni di geometria non banali come un metodo per ottenere un'approssimazione di pi greco con un'imprecisione inferiore all'1%.
Archimede (287 - 212 a.C.), giunse ad ottenere un’approssimazione del valore di Pi greco corretta fino ai primi due decimali. Per ottenere una migliore approssimazione abbiamo dovuto attendere poi molti secoli sino al 1600.
Nella seconda metà del 1700 si è scoperta la vera natura di Pi greco, ovvero si è scoperto che un numero
irrazionale, cioè un numero decimale illimitato non periodico.
Ed è sempre in questo periodo che i matematici cominciano ad utilizzare proprio il simbolo Pi greco, cioè la sedicesima lettera dell’alfabeto greco, per riferirsi al rapporto tra la circonferenza
ed il diametro.
Ed ora un problema
Immaginate di avere una corda lunga quanto la circonferenza terrestre (cioè all'incirca 40000 km), che si trova distesa lungo l'equatore. Immaginate ora di prendere questa corda, di tagliarla, di aggiungervene un metro e quindi di ridistribuirla attorno all'equatore in modo che abbia una distanza dalla superficie terrestre che rimanga costante lungo tutta la circonferenza. La domanda a cui dovete cercare di rispondere è: quale dei seguenti tre animali può passare di misura nello spazio interposto tra la corda e la superficie: una formica, un gatto o un elefante?
Pi greco nella poesia
Il grande pi greco
È degno di ammirazione il Pi greco
tre virgola uno quattro uno.
Anche tutte le sue cifre successive sono iniziali,
cinque nove due, poiché non finisce mai.
Non si lascia abbracciare sei cinque tre cinque dallo sguardo,
otto nove dal calcolo,
sette nove dall'immaginazione,
e nemmeno tre due tre otto dallo scherzo, ossia dal paragone
quattro sei con qualsiasi cosa
due sei quattro tre al mondo.
Il serpente più lungo della terra dopo vari metri si interrompe.
Lo stesso, anche se un po' dopo, fanno i serpenti delle fiabe.
Il corteo di cifre che compongono il Pi greco
non si ferma sul bordo del foglio,
è capace di srotolarsi sul tavolo, nell'aria,
attraverso il muro, la foglia, il nido, le nuvole, diritto fino al cielo,
per quanto è gonfio e smisurato il cielo.
Quanto è corta la treccia della cometa, proprio un codino!
Com'è tenue il raggio della stella, che si curva a ogni spazio!
E invece qui due tre quindici trecentodiciannove
il mio numero di telefono il tuo numero di collo
l'anno millenovecentosettantatré sesto piano
il numero degli inquilini sessantacinque centesimi
la misura dei fianchi due dita sciarada e cifra
in cui vola e canta usignolo mio
oppure si prega di mantenere la calma,
e anche la terra e il cielo passeranno,
ma non il Pi greco,oh no, niente da fare,
esso sta lì con il suo cinque ancora passabile,
un otto niente male,
un sette non ultimo,
incitando, ah, incitando l'oziosa eternità
a durare.
Wisława Szymborska
Il 14 marzo di ogni anno sicelebra il pi day: una manifestazione nata periniziativa del Museo della Scienza di S.Francisco eormai adottata in tutto il mondo, per festeggiare ilnumero più famoso della storia della matematica.